1. IL CUORE
1.4 COME AVVIENE LA CONTRAZIONE DEL CUORE?
Il cuore deve contrarsi regolarmente per svolgere la propria attività di pompa e ciò è possibile per un delicato sistema di autoregolazione del ritmo cardiaco.
Il cuore, come tutti i muscoli scheletrici, si contrae in risposta ad uno stimolo elettrico: per i muscoli scheletrici questo stimolo arriva dal cervello attraverso i vari nervi (si parla di muscolatura 'volontaria' perchè è controllabile dalla nostra volontà); il cuore, invece, è autosufficiente in quanto possiede un proprio stimolatore che genera l'impulso elettrico e determina così la contrazione cardiaca (battito).
L'impulso si forma infatti in modo autonomo, in una struttura chiamata nodo seno-atriale, situato nell'atrio destro, e si propaga poi a tutto il muscolo cardiaco tramite fibre o tessuto, specializzato per questa funzione, che viene chiamato tessuto di conduzione.
L'impulso che nasce a livello del nodo del seno atriale stimola le cavità atriali e poi si propaga alle cavità ventricolari passando da un punto chiamato nodo atrio-ventricolare.
La funzione del nodo atrio-ventricolare è quella di regolare il numero di impulsi elettrici che raggiunge i ventricoli: questi impulsi elettrici sono quelli che attivano il cuore per riempirsi e svuotarsi, e il loro numero corrisponde al numero di pulsazioni cardiache che si apprezzano al polso (la frequenza cardiaca).
Dal nodo atrio-ventricolare origina il fascio di His, che conduce l'impulso verso il basso; il fascio di His si divide in due branche, quella di destra e quella di sinistra, che discendono rispettivamente sul versante destro e sinistro del setto interventricolare. Questi fasci vanno progressivamente ramificandosi, raggiungendo, con le loro ramificazioni, tutto il miocardio ventricolare, dove l'impulso elettrico produce la contrazione del muscolo cardiaco.
In condizioni normali di riposo il numero di impulsi elettrici o la frequenza cardiaca è variabile da 60 a 90 battiti al minuto ed aumenta in maniera significativa ogni volta che aumenta il lavoro cardiaco (sforzi fisici, stress emotivi, digestione, ecc...).
Al cuore arrivano infatti continui segnali dal sistema nervoso che permettono di adattare la sua potenza e il suo lavoro alle richieste variabili dell'organismo, che per esempio deve avere a disposizione maggior ossigeno per far fronte ad uno sforzo.
In particolare gli impulsi nervosi condotti dal sistema simpatico, a partenza dal centro cardio-acceleratore posto nella parte alta del midollo spinale (bulbo), tendono ad accelerare la frequenza e la forza delle contrazione, ad esaltare l'eccitabilità del cuore, mentre gli stimoli provenienti dal sistema parasimpatico (o vagale), generati dal centro cardio-inibitore posto nel bulbo, operano in senso contrario.
L'attività prevalente dell'uno o dell'altro spiega rispettivamente le accelerazioni (tachicardie) del ritmo cardiaco o i suo rallentamento (bradicardia).
La frequenza del cuore, momento per momento, è quindi il risultato dell'equilibrio dinamico fra i due sistemi.
In alcune condizioni lo stimolo elettrico non segue la sequenza detta o non nasce a livello del nodo del seno determinando così delle irregolarità nell'attivazione del muscolo cardiaco (si parla di aritmie cardiache).
L'attività elettrica cardiaca può essere registrata mediante l'elettrocardiogramma (ECG).
Torna Indietro