4. LE PROCEDURE INTERVENTISTICHE CARDIOLOGICHE
4.2 CHIUSURA PERCUTANEA DEI DIFETTI DEL SETTO INTERATRIALE
La procedura viene eseguita in anestesia locale.
In alcuni casi durante la procedura viene eseguito un ecocardiogramma transesofageo e/o intracardiaco.
Un particolare sondino detto 'catetere' viene introdotto dalla vena femorale in vena cava inferiore, atrio destro, ventricolo destro e di qui in arteria polmonare per misurare pressioni, saturazioni e quantificare lo shunt.
Sono a disposizione ed in commercio diversi tipi di dispositivi per la chiusura, di diverse misure (da 4 a 40 mm); la scelta del device di dimensioni adeguate dipende dall'ampiezza del difetto o dall'ampiezza della fossa ovale misurate all'ecocardiogramma.
Il device viene inserito in un lungo introduttore e fatto avanzare, chiuso in un catetere, attraverso il difetto.
L'operatore spinge il dispositivo fuori dall'introduttore in modo tale che i suoi due dischi si aprano su ciascun lato del difetto.
Si verifica l'esatto posizionamento e la stabilità del dispositivo e l'assenza di shunt residuo con l'ecocardiogramma transesofageo e/o con una iniezione di mezzo di contrasto.
Il dispositivo viene allora rilasciato dal catetere su cui era stato montato per il posizionamento. Il catetere, l'introduttore venoso e la sonda transesofagea vengono rimossi e la procedura è terminata.
Dopo circa 3-6 mesi il device viene completamente ricoperto dalle cellule endoteliali, divenendo parte integrante del setto interatriale.
Attualmente le linee guida internazionali indicano la chiusura del PFO dopo la comparsa di un recente episodio di embolia cerebrale nonostante trattamento farmacologico.
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